Il Mondo di Oggi e il Mondo dei Popoli Arcaici
Ovvero come gli antichi Celti, gli antichi Greci, gli Indù, i Vichinghi, gli Indiani d’America ed altri erano e come avevano previsto
i tempi odierni.

 

Il pensiero degli antichi e più precisamente la loro visione del mondo, sono spesso considerati dall’uomo moderno con la sufficienza di chi crede di essere molto più avanti e di avere strumenti ben più raffinati ed efficaci per fornire la giusta spiegazione degli eventi che gli si manifestano innanzi.
Permeata dal concetto di progresso, la civiltà contemporanea è di buon grado portata a giudicare, da una presunta posizione di dominio, tutto ciò che l’ha preceduta; il convincimento che le scienze sviluppate, le micidiali armi di cui si dispone e l’incredibile livello rag-

giunto su di un piano tecnologico siano quanto di meglio occorre all’uomo per condurre la propria esistenza, porta a considerare che la conoscenza degli antichi, nonostante in più di un’occasione abbiano dato vita a pregevoli esempi di civiltà, sia stata decisamente inferiore a quella raggiunta dal mondo moderno. Questo punto di vista appare però limitato se si confronta con quanto, raccolto dalle più disparate culture e tradizioni arcaiche, sia in grado di fornire un quadro sufficientemente chiaro di quali fossero i motivi ispiratori di tali civiltà.Appare infatti subito evidente che gli antichi non vivevano nella più oscura ignoranza, che non erano succubi delle manifestazioni naturali combattendo contro di esse e contro i propri simili per garantire la propria sopravvivenza. Conoscevano invece molto bene gli eventi di cui erano testimoni ed avevano un’idea decisamente chiara di ciò che sarebbe accaduto dopo di loro, fino a tracciare, con una precisione sconcertante, situazioni nelle quali non è difficile, a meno di essere completamente accecati dalle proprie convinzioni, riconoscere mondi assai simili a quelli che oggi si è soliti vedere.

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Fin dalla più giovane età Mario Negri si interessò di mitologia, di religione e soprattutto cercò di risolvere, in ciò impegnando tutte le sue energie e le sue forze, il problema della trascendenza e del ricongiungimento con il divino di cui si parla negli antichi miti.
Insoddisfatto delle risposte, che a questo proposito potevano venire dalla religione e dalla cultura ufficiali, intraprese numerosi ed a volte avventurosi viaggi, alla ricerca dell’antica saggezza perduta.
Si recò a tale scopo in India, nel deserto dell’Arizona, nelle selve sud americane del Venezuela, del Brasile e dell’Argentina, nei deserti del Sahara e dell’Australia, sugli altopiani del Messico, nelle selve della Thailandia e nei luoghi più disabitati e selvaggi del Nord Europa ed in particolare dell’Irlanda, della Norvegia e della Svezia.
In alcuni di tali luoghi ebbe la fortuna di incontrare delle persone, sconosciute ai più e generalmente mal disposte nei confronti dei “ricercatori di Maestri” occidentali, dalle quali ebbe utili indicazioni per risolvere il problema che gli stava a cuore.
Pare anche che una di queste misteriose persone, essendo venuta a sapere che l’Autore lavorava nel campo dell’editoria, gli abbia suggerito di dare una testimonianza scritta di tutto ciò di cui era venuto a conoscenza nel corso dei suoi numerosi viaggi e molteplici incontri. Tale episodio è stato narrato in forma romanzata dall’Autore nel suo precedente romanzo “Il Talismano di Wu”, che assieme a “La Marchesa”, un’avventura alla ricerca della conoscenza ed a “Prigioni senza sbarre”, un libro di poesie sulla sofferenza e sulla inquietudine dell’uomo moderno, sono le precedenti opere dell’Autore del presente saggio.

brani

Saggistica - formato 15x21 - pagg. 194 - prezzo euro 16,00 - ISBN 88-86026-12-9

 

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